Si chiamava Omar aveva 37 anni e veniva dalla Guinea Bissau. Morto per guadagnare come bracciante una manciata di euro così nella notte tra il 29 e 30 settembre, un incendio ha completamente distrutto la baraccopoli che ospitava i lavoratori stagionali impiegati nelle campagne di Campobello e Castelvetrano. Ai trecento e più, che già in condizioni disumane, risiedevano in quell’accampamento, non è rimasto nulla, a molti di loro neanche i documenti. Per dare una prima risposta a questa tragedia, il presidio di Libera a Marsala “Vito Pipitone”, Archè Onlus e Amici del Terzo Mondo hanno organizzato una raccolta di indumenti ed alimenti per un primo aiuto…
“Circa 300 persone, accampate, ammassate in fatiscenti alloggi di fortuna, di provenienza africana, nei nostri territori per lavorare alla raccolta delle olive si sono salvate per miracolo dalla furia dell’incendio scoppiato nel povero campo/ghetto. Tutti tranne Omar, che è morto carbonizzato a 41 anni. Questi lavoratori oggi hanno perso tutto: capanne, vestiti, documenti, soldi. Tutto!!! Olivicultori di Castelvetrano e Campobello, siate solidali con questi lavoratori. Offrite oltre al lavoro “regolare” ed una paga adeguata anche un alloggio dignitoso. Oltre ad essere un loro diritto oggi è una necessità prioritaria. Loro sono il vero motore della economia agricola. Siatene riconoscenti e rispettosi…….Sappiamo perfettamente che non abbiamo risolto alcun problema, che le esigenze fondamentali sono altre, ma intanto questo potevamo fare e questo abbiamo fatto. Grazie alla generosità di tante persone di Marsala e di Mazara del Vallo oggi i presidi locali di LIBERA hanno potuto distribuire beni di prima necessità, cibo, coperte, vestiario e scarpe a persone che nell’incendio di tre notti fa hanno perduto tutto. Il materiale donato è più un tentativo di portare un messaggio di vicinanza e di solidarietà ed alleviare almeno per un momento una carenza materiale ma anche il bisogno di relazioni umane. Nondimeno deve continuare l’invito alle istituzioni a trovare una soluzione confacente per l’alloggio di questi che non sono né clandestini e né profughi ma lavoratori stagionali stranieri, molti dei quali vengono in ottobre a raccogliere le olive a Campobello Ma hanno residenze e famiglie in tanti altri luoghi d’Italia. Insistiamo affinché i datori di lavoro trovino la possibilità di ospitare i propri lavoratori all’interno di strutture minimamente adeguate. Dal canto nostro ciò che possiamo fare facciamo assieme a tante altre associazioni ed al volontariato che in questo momento sta cercando di portare aiuti concreti ai nostri fratelli lavoratori.” Salvatore Inguì referente provinciale (TP) di Libera.