TRENTANNI DALLA STRAGE DI PIZZOLUNGO
Trent’anni fa, la mattina del 2 aprile 1985, un’autobomba uccide a Pizzolungo, frazione di Trapani, Barbara Asta e i suoi due figli, Giuseppe e Salvatore, di sei anni. L’autobomba, era destinata al giudice Carlo Palermo, da poco a Trapani per indagare su un traffico di armi e droga che coinvolgeva, oltre alla criminalità organizzata siciliana, anche quella turca.
Oggi, al trentennale dalla strage, torna a Pizzolungo il giudice Carlo Palermo per commemorare chi quella mattina ha perso la vita per mano della mafia, mafia che non guarda in faccia nessuno… neanche una mamma che stava accompagnando i suoi due bambini di sei anni a scuola. Il giudice Carlo Palermo ricorda: “Il due aprile dell’85 è la giornata che ha diviso in due la mia vita. Quello che ero prima e quello che sono divenuto dopo. Ho avuto la fortuna, ma anche la disgrazia di sopravvivere e vedere che se ero sopravvissuto è perché altri erano morti al posto mio”.
Il volto di Margherita è bagnato dalle lacrime ed è segnato dall’amarezza di chi ha perso i propri cari per mano mafiosa… lo sguardo di Margherita cerca sostegno e conforto in Don Luigi Ciotti che ormai per Margherita è diventato un punto focale nella sua vita…
Attimi di silenzio e commozione accompagnano l’intera mattina… ragazzi che si stringono, cartelloni e manifesti in ricordo di Giuseppe, Salvatore e la loro mamma Barbara… e poi tutti uniti da un unico simbolo: UN CORDOCINO ROSSO, AL POLSO DI TUTTI I PARTECIPANTI… PER NON DIMENTICARE!
ARCHE’ COME OGNI ANNO PARTECIPA ALLA COMMEMORAZIONE DELLA STRAGE DI PIZZOLUNGO, VICINO A LIBERA, MARGHERITA, DON CIOTTI E TUTTI COLORO CHE NON DIMENTICANO!